Una ricerca scientifica suggerisce che i corpi chetonici possono avere benefici terapeutici per i pazienti con malattie cardiovascolari (CVD), indipendentemente dal metodo utilizzato per aumentare la loro presenza nel cuore.Gli autori hanno esaminato portato avanti una indagine sperimentale e
clinica sul potenziale ruolo dei corpi chetonici nel miglioramento della CVD e hanno scoperto che l’aumento dei livelli di chetoni circolanti potrebbe offrire
benefici protettivi nei pazienti affetti.
Una dieta chetogenica, che consiste in un apporto molto basso di carboidrati e alto contenuto di grassi, è un modo popolare per indurre la chetosi; tuttavia,
l’integrazione di chetoni esogeni potrebbe essere un’alternativa valida e superiore alla dieta come mezzo per aumentare i corpi chetonici in circolo.
I chetoni svolgono diversi ruoli critici nella risposta cardiovascolare allo stress (metabolico)
Di conseguenza, la terapia a base di chetoni può emergere come una nuova strategia nutraceutica per il trattamento di una varietà di malattie
cardiovascolari.
La ricerca è stata pubblicata online il 23 febbraio sul Journal of the American College of Cardiology. E’ stato scoperto che gli effetti benefici dei nuovi farmaci per l’insufficienza cardiaca, gli inibitori di SGLT2, si basano su corpi chetonici e che la somministrazione esogena può migliorare le condizioni patologiche nell’insufficienza cardiaca.
Questa consapevolezza ha portato a una sperimentazione clinica in cui si stanno testando gli effetti dei chetoni esogeni sulla prestazione fisica in pazienti con insufficienza cardiaca; Ci si è presto resi conto che il ruolo dei chetoni nella fisiopatologia cardiovascolare era molto più sofisticato che servire
semplicemente come carburante efficiente e che ci sono molti modi per aumentare i livelli di chetoni circolanti che dovrebbero essere considerati.
L’intenzione di questa ricerca era di riassumere la letteratura corrente da studi su animali e umani, che speriamo servirà a facilitare ulteriori studi per
esplorare i benefici dei chetoni come agenti terapeutici nella CVD.
La maggior parte delle persone è consapevole del fatto che i livelli di chetoni circolanti possono essere aumentati attraverso il digiuno o una dieta
chetogenica, ma in questo caso si è posta l’attenzione su altri mezzi per aumentare i chetoni utilizzando ad esempio chetoni esogeni o precursori di chetoni
che sono più pratici per scopi nutraceutici.
E’ stato esaminato il meccanismo del metabolismo dei chetoni, tra cui chetogenesi e chetolisi, nonché il metabolismo cardiaco nel cuore normale e nella
CVD. La chetogenesi coinvolge reazioni che portano alla formazione dei corpi chetonici acetoacetato (AcAc), β-idrossibutirrato (βOHB) e acetone.
Il ridotto rapporto insulina/glucagone, come quello indotto dal digiuno, mobilita gli acidi grassi, che vengono poi convertiti in corpi chetonici dal fegato. A loro
volta, vengono trasferiti ai tessuti periferici, dove subiscono una “ossidazione terminale”.
I chetoni forniscono “combustibili ausiliari” a numerosi organi durante il digiuno prolungato, una grave restrizione dei carboidrati o dopo periodi di esercizio
molto intenso, affermano gli autori. Infatti, Westenbrink ha osservato che in condizioni estreme, i corpi chetonici possono rappresentare circa il 5-20% del
dispendio energetico totale del corpo.
Le malattie cardiache sono associate alla perdita di flessibilità metabolica e anche nelle prime fasi delle malattie cardiache strutturali, l’utilizzo del substrato
passa dagli acidi grassi all’utilizzo del glucosio, riducendo così il metabolismo ossidativo. La ridotta capacità di utilizzare gli acidi grassi pone le basi per la
carenza di energia del miocardio, contribuendo alla patogenesi dell’insufficienza cardiaca.
Con il progredire della patologia, il cuore sembra riprogrammare il metabolismo per una maggiore dipendenza dai corpi chetonici come fonte di carburante,
suggeriscono gli autori, con maggiori concentrazioni di chetoni circolanti e utilizzo di chetoni cardiaci.
Ma i chetoni non sono solo combustibili efficienti che ricaricano il cuore debole, bensì apportano anche effetti benefici sul sistema cardiovascolare, inclusi
miglioramenti nello stress ossidativo, nella funzione endoteliale, nell’infiammazione e nella trascrizione genica della pressione sanguigna, solo per citarne
alcuni. Metodi aggiuntivi per ottenere la chetosi includono l’ingestione di precursori chetonici o la somministrazione orale di fonti esogene di chetoni (ad
esempio, sali chetonici o esteri chetonici). Se la dieta chetogenica è eseguita correttamente, i risultati metabolici sono positivi, con perdita di peso e un
migliore controllo del diabete nei pazienti con diabete di tipo 2. La nutraceutica chetogenica per aiutare a indurre la chetosi risulta molto interessante,
accessibile e facilmente utilizzabile nella pratica quotidiana. Ora che il ruolo dei benefici dei chetoni sono stati valutati, ulteriori studi dovrebbero
concentrarsi sull’applicabilità di questa integrazione in modo pratico.
